Fist of the Condor porta il dinamico dramma di arti marziali della vecchia scuola in una nuova era
John Wick: il capitolo 4 ha offerto al pubblico uno stuolo di leggende dell’azione. Molti spettatori americani probabilmente conoscevano giĆ Donnie Yen e Hiroyuki Sanada, e quelli leggermente trincerati nel mondo dei film d’azione probabilmente conoscevano almeno Scott Adkins. Ma l’apparizione dell’ospite che mi ha entusiasmato di piĆ¹ ĆØ stata l’artista marziale cileno Marko Zaror.
Grafica: James Bareham/Viaggio247
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Un tempo stuntman per Dwayne “The Rock” Johnson, Zaror da allora ĆØ emerso come una delle star d’azione piĆ¹ dinamiche sotto il radar che lavorano oggi. Mi ĆØ stato presentato per la prima volta Zaror nel fantastico Undisputed 3: Redemption, la sua prima apparizione come attore in un film americano. Nel trequel, Zaror interpreta un antagonista dell’iconico Yuri Boyka di Adkins, culminando in una delle scene di combattimento piĆ¹ mozzafiato e impressionanti mai girate.
Zaror ĆØ apparso in alcuni altri film americani: era un cattivo in Machete Kills, ha recitato di nuovo al fianco di Adkins in Savage Dog, e potrebbe essere visto brevemente come uno degli atleti di motociclismo in Alita: Battle Angel.
Ma John Wick: il capitolo 4 ĆØ di gran lunga la piĆ¹ grande esposizione che il pubblico americano abbia mai avuto su Zaror, ed ĆØ un ottimo tempismo: ha un nuovo film in uscita, Il pugno del condor, e governa.
Immagine: Well Go USA Entertainment
Fist of the Condor ĆØ 85 minuti di dramma di arti marziali della vecchia scuola. Il regista Ernesto DĆaz Espinoza, che in precedenza ha collaborato con Zaror in Kiltro, Mandrill e nel film sulla vendetta Redeemer, trae una forte influenza dai film di Hong Kong degli anni ’60 e ’70 (piuttosto che dall’era degli anni ’80/’90 che vediamo piĆ¹ spesso imitati in questi giorni). Zaror ha coprodotto il film, recita in due ruoli e ha anche coreografato le sequenze di combattimento mozzafiato del film.
Nel film, il Pugno del Condor ĆØ descritto come un’antica arte marziale potente e che sfida la gravitĆ con radici che risalgono agli Inca, usata per combattere contro i conquistatori spagnoli. Quelle mosse sono state tramandate sotto forma di un libro attraverso generazioni di guerrieri dal cuore onesto. Il conflitto principale del film ĆØ tra fratelli gemelli (entrambi interpretati da Zaror): uno che ha ottenuto il libro e l’altro, tradito dal fratello, che lo cerca.
Fist of the Condor ha un bell’aspetto, soprattutto con un budget modesto. Espinoza e i direttori della fotografia NicolĆ”s Ibieta e BenjamĆn Luna Vaccarezza sfruttano al massimo lo splendido paesaggio cileno, con bellissime riprese di montagne spalancate e combattimenti mozzafiato su spiagge accanto a onde che si infrangono o in una foresta lussureggiante.
Immagine: Well Go USA Entertainment
Ma la bellezza non si trova solo nella geografia o nelle sequenze di combattimento: nei battiti del nostro eroe che si guarda in uno specchio rotto, o Ibieta si concentra per attirare l’attenzione su oggetti significativi come una gabbia per uccelli vuota, Fist of the Condor ĆØ pieno di piccole scelte spettacolari.
Ma l’azione. L’azione!
La splendida sequenza iniziale del combattimento su una spiaggia comunica il linguaggio visivo del film e l’incredibile atletismo di Zaror in un’esilarante sequenza di cinque minuti. Uno dei fratelli gemelli, Guerrero, ĆØ sfidato a combattere: non combatte da sei anni, un punto punteggiato dalle onde calmanti dell’oceano. All’improvviso, il suo sfidante scatta verso di lui e vola in aria con la gamba tesa, preparando quello che sembra essere un brutale calcio alla testa. Guerrero aspetta il calcio per quella che sembra un’eternitĆ , quasi accettando il suo destino. Quindi, in un lampo, salta in piedi per incontrare l’avversario, ruotando a mezz’aria per bloccare il calcio con il gomito sinistro, prima di sbattere contro la mascella del suo avversario con un pugno roteante per farlo cadere a terra.
Il combattimento avviene tutto in un istante, ma i movimenti fluidi e il posizionamento della telecamera rendono tutto estremamente facile da seguire. Una raffica di pugni seguita da un calcio rotante ĆØ cosƬ audace che Zaror potrebbe ancora ruotare nell’aria fino ad oggi.
Immagine: Well Go USA Entertainment
Tra la suddivisione del dramma in capitoli con didascalie in bianco e nero, l’approccio visivo, le sequenze d’azione fluide e un conflitto centrale a posta relativamente bassa, Espinoza indossa le sue ispirazioni hongkonghesi della vecchia scuola (anche se la maggior parte delle i personaggi rinunciano alle maniche per i bicipiti sporgenti). Ma per tutto il DNA del film di Bruce Lee in Fist of the Condor, c’ĆØ anche un po’ di First Blood (uno dei fratelli gemelli ĆØ un po’ un vagabondo che viene preso di mira per essere un emarginato) e strizza l’occhio ai film della leggenda del western Sergio Leone (La colonna sonora trascinante e propulsiva di Claudio Rocco trae chiaramente ispirazione dall’opera di Ennio Morricone).
Alla fine della giornata, perĆ², Fist of the Condor ĆØ lo spettacolo di Marko Zaror. E ragazzo, consegna. Il film ĆØ al suo meglio quando ĆØ una serie di combattimenti sbalorditivi, uno dopo l’altro, appoggiandosi al suo incredibile potere da star. Come attore, Zaror porta la vita e il profondo dolore ai fratelli sfortunati, e come combattente e acrobata non ha eguali. Sembra essere in grado di alternare grezzi movimenti animaleschi a difese robotiche e ipnotiche (lo chiama un “impulso elettrico” nel film) e calci rotanti che sfidano la gravitĆ che sono semplicemente poesia in movimento.
Ci sono pochi kicker cinematografici migliori che lavorano oggi di Marko Zaror, e The Fist of the Condor lo sa.
Il pugno del condor sarĆ proiettato in sale selezionate di Alamo Drafthouse il 4 aprile, per poi essere trasmesso in streaming esclusivamente su Hi-Yah! a partire dal 7 aprile