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Wario è l’italiano americano per eccellenza

Wario non è la più bella rappresentazione italiana, ma mi ricorda la famiglia che amo

Ho sempre sentito una sindrome da impostore sull’essere italoamericano. Anche se la maggior parte della mia famiglia non è mai stata in Italia, a Natale mangiamo pasta al posto del prosciutto e ci concediamo lo stereotipo italiano chiassoso e chiassoso. Da bambino mi sono aggrappato ai personaggi italiani che vedevo nei programmi TV, nei film e, naturalmente, nei videogiochi. Sono sempre stato orgoglioso che la mascotte dei videogiochi, Mario, sia di origine italiana, proprio come me. Ma crescendo e cercando di capire cosa significa per me essere italoamericano, ho imparato che ho più cose in comune con Wario che la sua ispirazione.

Non è chiaro se Mario sia italiano o italoamericano. Mentre Mario vive a Brooklyn, nessuno sembra sapere se è un immigrato italiano che ha iniziato a fare l’idraulico prima di raggiungere il Regno dei Funghi o se è un nativo di New York con un accento sorprendentemente forte. Quando cerchi di capire perché il piccolo Mario sta uscendo nel Regno dei Funghi con Yoshi prima che diventi un idraulico con sede a Brooklyn, le cose si complicano ulteriormente.

Ma indipendentemente da dove provenga Mario, è un famoso personaggio italiano. Il suo modo di parlare con un trattino e quel forte accento – il suo-a-mes e il lascia-a-go – sono uno stereotipo diffuso. È un po’ corpulento, non particolarmente alto, e ha folti baffi neri e capelli folti, proprio come me, i miei zii e tutti i parenti maschi di cui abbia mai visto una foto.

L’aspetto e il linguaggio di Mario sembrano derivare da vecchi stereotipi italiani, il genere di cose mostrate nelle vignette politiche anti-italiane all’inizio del XX secolo. A differenza di quelle rappresentazioni, però, Mario non è stato progettato pensando alla malizia. Ha una personalità calma e sicura di sé, che si può facilmente leggere come nessuna personalità. Non si impegna in alcuni dei comportamenti più rozzi e rumorosi che a volte vediamo negli stereotipi italiani in TV. Non lo assoceresti mai alla mafia, il marchio più popolare della narrativa italoamericana. Oggi, l’accento sciocco di Mario, i luminosi occhi azzurri e la pancia grassoccia sembrano caratteristiche affettuose, dato il ruolo mutevole degli italiani nella cultura americana e il potere di attaccamento di Mario come personaggio.

un'immagine di Wario in Super Smash Bros. è in piedi e mostra un segno di pace ma con tre dita alzate?  Non lo so, è divertente.

Immagine: Nintendo

Wario, come lo specchio Mario, adotta l’approccio opposto. Laddove Mario è apparentemente educato e silenzioso, Wario è rumoroso e evidente. È grasso, unto, rumoroso, arrogante e ossessionato dall’aglio. È un altro stereotipo italiano, ma più cupo di Mario. È The Situation from the Jersey Shore o praticamente ogni personaggio di Goodfellas – una versione esplosa ed esagerata di un’identità nazionale. Wario ha molte delle stesse caratteristiche negative dei mafiosi e di altri sgradevoli ritratti “italiani” nella cultura americana.

Ma quando guardo la mia famiglia, vedo più quel fascino rumoroso e odioso di Wario che la tranquilla sicurezza di Mario. La mia famiglia emula la cultura italiana allo stesso modo di Wario: a voce alta e con orgoglio. Alcuni di noi lottano con il nostro peso, ci sono sicuramente delle vanterie in corso e siamo anche ossessionati dall’aglio (che se me lo chiedi è positivo, anche se le persone intorno a noi potrebbero non essere d’accordo). Per quanto mi riguarda, il mio zio motociclista, che scoreggia e impreca è fondamentalmente Wario reso manifesto.

Sembra che più la mia famiglia si allontana dall’Italia, generazionalmente, più adottiamo quello stereotipo esagerato. Per la mia famiglia, e per molti degli italoamericani che vediamo in TV, sembra esserci una spinta ad esagerare, ad essere extra per essere italiani. Non tutti gli italiani sono così, guarda Mario, ma per la mia famiglia è così che ci creiamo un’identità.

I miei bisnonni volutamente non hanno insegnato a mio nonno a parlare italiano, per paura di farlo sembrare anormale tra i suoi compagni di classe americani. Ma dove abbiamo perso la cultura che deriva dal linguaggio, abbiamo mantenuto alcuni modi energici e la gioia agitata di urlarci l’un l’altro – e forse li abbiamo anche esagerati ulteriormente per compensare la cultura che abbiamo perso gli anni.

Quando considero Wario, sento che sta facendo lo stesso: la sua personalità esagerata e gonfiata lo differenzia da Mario e lo rende più di un semplice gemello malvagio o di una copia. Le caratteristiche italiane che Nintendo usa per denotare Wario come “Mario malvagio” e antipatico sono proprio i tratti che mi fanno sentire una parentela con lui. Quei tratti non sono sgradevoli per me, sono familiari; mi ricordano le persone che amo.

Mario è l’eroe; Wario è un personaggio che sento come se non mi piacesse. Ma per me, Wario cattura molto di più della personalità italiana che risuona con me. Wario batte Mario come mascotte della mia famiglia, nato con un bisogno cruciale e riconoscibile di essere più forte e più grande della vita.

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